Ultimi giorni di mostra

Vi ricordiamo che il 31 maggio chiude la mostra di fotografia "Maya"

giovedì, venerdì e sabato siamo aperti dalle 17 alle 20
lunedì 31 si chiude alle 11:00



La mostra di Flavio Romualdo Garofano è semplicemente da vedere, così come semplice è il suo modo di approcciarsi all’idea di fotografia. Un approccio semplice non ha nulla a che fare con la facilità di tematiche e le immagini esposte sono la prova più diretta. Ad ospitarle su tutte le pareti è lo spazio bellezza Orsini, ex studio di
registrazione del gruppo bolognese Mariposa, attualmente centro di ricerca teatrale. Le foto riempiono di vita i muri delle stanze e con un ricercato percorso di visione sono portavoce di una varietà di contenuti densa e loquace, quanto a tratti inquietante.
Non si parla di “progetti”  -idea poco gradita all’autore-  ma solo di scatti, curati in modo tale che non ci siano mai elementi in surplus o in deficit. Tutto gode di un equilibrio forte senza dare l’impressione di un pacchetto preconfezionato, pronto ad essere venduto “a progetto”. Si tratti di disegno, composizione, colori, soggetti, le immagini di Flavio Romualdo sono reportage nell’accezione migliore del termine. Reportage come visioni personali di mondo, nelle quali l’autore decide di comparire espressamente, attraverso una
personalizzazione in grado di donare un valore aggiunto e originale: un taglio riconoscibile e una padronanza tecnica, analogica e digitale, che tanto potrebbe parlare all’invasione di pixels più o meno a (s)progetto da cui è invasa la rete.
Punti di vista intensi nella capacità di portare alla luce quel qualcosa che tende sempre a sfuggire dalla realtà che circonda. E’ una voce in bianco e nero di una persona coinvolta con passione nella vita sociale e politica del proprio paese e inserita attivamente in molti contesti culturali: uno tra tutti il teatro.
E proprio lo studio (teorico e pratico) del teatro compare quasi ossessivamente nelle immagini dell’autore, siano queste autentiche foto di scena, ritratti, immagini concettuali o denunce sociali.
Una riflessione costante sul ruolo dello spettatore ma anche su ciò che può scaturire in chi guarda e a sua volta è guardato, sul ribaltamento dei ruoli e delle più comuni concezioni. Il velo di Maya dopotutto è l’immagine/idea portante della mostra, accompagnata per l’occasione da un testo scritto da Solidea Ruggiero.
Indici forti, colpisce il loro modo di resistere alla fugacità del contemporaneo. Guardare per credere, o semplicemente vedere.

La mala morte - 14 maggio 2010 ore 21:00








Il Teatro dell'Otium 
presenta:
La mala morte
liberamente tratto da Le con d’Irène di Louis Aragon

con Giancarlo Romoli
a cura di Niccolò Baldari e Charlotte Ossicini
Durata: 30 minuti circa.
14 maggio 2010 ore 21:00
Bellezza Orsini
Mura di Porta Galliera 2 (Porta Mascarella) - 40126 Bologna
ingresso 5€ + 1€ tessera associativa
causa posti limitati si consiglia la prenotazione
Info e prenotazioni: 3383012252 - bellezzaorsini@gmail.com


Secondo la tradizione medievale la mala morte è la morte che coglie improvvisa privando del conforto dei sacramenti e della preghiera.
Ma per mala morte possiamo intendere anche quella malattia che scardina il lineare percorso di vita e ancora mala morte è la vecchiaia che imprigiona gli istinti naturali e ancora vitali in un corpo che ha iniziato il suo percorso di decadenza.
La mala morte è l’urlo soffocato e inascoltato.
In Le con d’Irène (Il sesso di Irene, di Louis Aragon - 1926) la mala morte si sottrae a tutte quelle consuetudini puerili degli uomini ergendosi a vessillo della voluttà e del piacere, apparente schiavitù ma autentica libertà.

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