mercoledì 15 dicembre · 21.00 - 22.30

Teatro della Rabbia presenta

L'angelo e il suo doppio, ricordi di Marilyn Monroe

Lo spettacolo, cantato e recitato, nasce da un'idea di Francesca Migliore che ne ha adattato il testo a partire dai ricordi di Arthur Miller e ne ha anche curato la regia. Con un vero e proprio omaggio a Marilyn entrata nel mito e divenuta icona e simbolo di bellezza e di sensualità si fanno emergere i due aspetti dominanti della vita della star, quello più allegro e spensierato legato alle canzoni e quello più malinconico che affiora dai documenti e dai ricordi di Arthur Miller. L’attrice e cantante Fabiola Ricci si muove su uno sfondo di documenti rielaborati dalla personale e toccante regia video di Davide Savaidis, accompagnata dalle voci di Alessandro Tampieri e Fabiana Giordano che rievocano i momenti salienti della vita dell’attrice e la sua lotta disperata per liberarsi del suo passato di orfana e aderire all’immagine gioiosa che il mondo si era fatto di lei. Mentre il filmato mette in luce l’interiorità della donna, la parte di spettacolo dal vivo presenta le canzoni più famose dell’interprete delle fantasie maschili anni Cinquanta, che ne valorizzano la dimensione pubblica, spiritosa e frizzante. Questi momenti sono infine inframmezzati da scene di movimento nelle quali l'attrice danzatrice Sara Ottavia Carolei interpreta i momenti evolutivi davanti ai quali il personaggio si confronta con se stesso. Ne scaturisce un’immagine più completa e composita che mette in evidenza la donna sotto le vesti della diva.
Ingresso 7 €. Prenotazione consigliata, posti limitati. Inviare sms a 339/7746956 oppure e-mail a ilteatrodellarabbia@libero.it (fino a un giorno prima)




Il Raccontaio - fantasia italo-campana di Luca Rossi (27 e 28 novembre 2010)


27 e 28 novembre 2010 ore 21 Ingresso 6 €
Bellezza Orsini
Mura di Pta Galliera 2
Bologna, Italy


Posti limitati - si consiglia la prenotazione al 3383012252
oppure inviando una mail a bellezzaorsini@gmail.com


"Beh, come vi dicevo
io sono un Raccontaio
e questo mio lavoro è
per certi versi un guaio.

Molte volte all’improvviso
e quando meno me l’aspetto
sento le cose e gli animali
che mi parlano in dialetto!

Mi raccontano di loro
delle loro frustrazioni
di certe strane aspirazioni
e delle loro delusioni.

Allora io con pazienza
mi soffermo ad ascoltare
fin tanto che l’oggetto
non la smette di parlare…

Oggetti animati, animali parlanti... Le fantastiche "poestorie" di Luca Rossi, pensate e scritte per la performance, come nelle favole di Lafontaine non si limitano a raccontare storie in versi, ma ci offrono una lente acuta e dissacrante per guardare da molto vicino ciò che più ci è familiare, e imparare una lezione".

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Luca Rossi (Caserta, 1984): Scrittore e poeta, è autore per il teatro e percussionista specializzato nei tamburi a cornice dell’area del Mediterraneo. Ha seguito studi accademici in etnomusicologia al DAMS di Bologna e collabora con numerosi artisti italiani e stranieri (tra questi, Marcello Colasurdo, Abdelli, Miguel Gil, Benham Samani, Kelvin Sholar) e con produzioni e compagnie di teatro-danza (Taranta Power, Centro Nazionale Teatro, Tambours du Méditerrannée, Teriaca, Banda di Piazza Caricamento, Orchestra Popolare Casertana). Insegna tecniche e stili dei tamburi a cornice per l’associazione Danzemeticce e presso il centro culturale Zonarelli di Bologna e l’Accademia dell’Arte di Arezzo. E' endorser per il marchio “Musiqua framedrums” (www.doorart.it). Ha partecipato a diversi festival nazionali e internazionali. Fondatore del gruppo Cathartica, ha vinto la prima edizione del Festival di musica etnica “Terre in Moto”, incidendo il suo primo disco, Purkiakos.


http://www.editricezona.it/ilraccontaio.htm

Le relazioni pericolose - 24 novembre 2010


Il Teatro della Rabbia presenta
Le relazioni pericolose
dal romanzo di Choderlos de Laclos
adattamento e regia di Francesca Migliore
con Nicola Fabbri, Valeria Ianniello e Valentina Palmieri
...
24 novembre 2010 ore 21 Ingresso 7 €
Bellezza Orsini
Mura di Pta Galliera 2 (Bologna)
Posti limitati - si consiglia la prenotazione al 3397746956 (sms)
oppure inviando una e-mail a ilteatrodellarabbia@libero.it

La Marchesa di Merteuil e il Visconte di Valmont, crudeli e annoiati libertini, orchestrano una serie di intrighi amorosi che coinvolge la figura della Presidentessa di Tourvel, donna dalla vita irreprensibile e dagli austeri principi. Pubblicato nel 1782, in una Francia dove già spirava il vento della Rivoluzione, e portato al cinema da Stephen Frears nel 1988, il romanzo epistolare di Laclos fa emergere un mondo corrotto e prossimo alla decadenza; una nobiltà cortigiana, che dalla morte di Luigi XIV viveva in uno stato di degrado morale; una classe sociale animata e sorretta dal lusso sfrenato, dalla voluttà e dall’ipocrisia. Ed è in questo clima di libertinaggio che si consuma il crudele piano di due cinici amanti, malati di noia e insofferenti, che decidono di trascinare nello scandalo la donna più virtuosa che conoscono. La Marchesa di Merteuil eil Visconte di Valmont, come simboli di una società al capolinea, intrecciano sul palco la trama di una vicenda spietata e brutale, costruita e raccontata da un magistrale montaggio di lettere che rivela a poco a poco inganni e seduzioni studiate a tavolino, come vere e proprie trappole di passione. Uno spettacolo piccante e sensuale che mette in evidenza quanto né rimpianti e né rimorsi possano contro l’insistenza di una passione clandestina che si impone con l’intento di scalzare ogni virtù. (Eleonora Buratti)

"Cerchio di Gesso" - 9 ottobre - Giornata del Contemporaneo





9 OTTOBRE 2010 GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
ORE 18:00 CERCHIO DI GESSO
COLLETTIVO DOM
AL BELLEZZA ORSINI






"tutte le identità non sono che simulate, prodotte come un effetto ottico, attraverso un gioco più profondo che è quello della differenza e della ripetizione"
GILLES DELEUZE

‘Cerchio di gesso’ si sviluppa da una riflessione sulla congiuntura storico culturale di fine anni ‘70. La constatazione delle interferenze tra la situazione attuale e quella passata e la volontà di intraprendere una ricerca non impostata su metodi abituali hanno dato luogo ad un processo di rimediazione: la significativa serie di eventi che aveva investito Bologna nel marzo del 1977 è stata rielaborata secondo punti di vista personali e attuali. La necessaria fase di ricognizione delle informazioni alla base di ogni lavoro non è da intendersi come esito finale di un’indagine, ma, al contrario, come input iniziale di un groviglio di percorsi che conducono ad una ripresentazione del passato in una moltitudine di possibili ripetizioni differenti. La distanza temporale si traduce in una distanza concettuale: il passato non viene rappresentato, ma viene ri-presentato attraverso azioni concrete veicolate dall’utilizzo di diversi mezzi espressivi. I dati originari non sono riproposti in modo diretto e anacronistico, sono immersi nella contemporaneità perché sottoposti a variazioni attuate e radicate nel presente. L’intento di tali operazioni, infatti, è racchiuso nel duplice tentativo di evitare una semplice rievocazione di episodi remoti e permettere anche al fruitore di orientarsi autonomamente nell’intreccio di diversi percorsi interpretativi elaborati intorno ad una medesima tematica.

Da sabato 9 ottobre a venerdì 15 ottobre - Giorni di apertura sabato 9, lunedì 11, martedì 12, mercoledì 13, giovedì 14, venerdì 15 - Giorno di chiusura domenica 10 - Sabato 9 e venerdì 15 dalle 18.00 alle 23.00. Gli altri giorni dalle 18.00 alle 20.00 - Durante le giornate di sabato 9 ottobre e venerdì 15 ottobre saranno presentate due azioni performative dal vivo negli orari 19.30 e 21.30


http://bellezzaorsini.blogspot.com
bellezzaorsini@gmail.com
tel. 3383012252

foto spettacolo "Distruzione lei disse" in scena il 14 aprile 2010












foto spettacolo "La mala morte" in scena il 14 maggio 2010 al Bellezza Orsini











"Esattamente perchè cosa?" 11 e 12 giugno al Bellezza Orsini


Studio laboratorio condotto da Paolo Fronticelli.
Liberamente tratto da Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard.

Con: 
Alessia Cingolani
Caterina Ciufegni
Marion Duquesne
Rèmi Hohenberg
Roberta Marsano 
Margherita Mattioli
Maria Letizia Merli


Lo spettacolo verrà messo in scena l'11 giugno e il 12 giugno alle ore 21.00.
Causa posti limitati si richiede prenotazione quanto prima.
Ingresso 5euro + 1 euro tessera associativa


Info e prenotazioni: 3383012252 bellezzaorsini@gmail.com

Trovarobato presenta "Scholte la Parade", un evento con Der Maurer

Data: mercoledì 2 giugno 2010
Ora: 19.00 - 23.30
Luogo:Bellezza Orsini
Via: Mura di Porta Galliera, 2 (piazza di Porta Mascarella)

Trovarobato presenta: "Scholte la Parade", un evento a posti limitati per festeggiare Trovarobato.

La serata sarà dedicata a Parade, la nuova collana discografica di Trovarobato destinata alle "musiche altre", e alla sua prima uscita, "Der Maurer", ovvero il progetto solista di Enrico Gabrielli.

Nella prima stanza del Bellezza Orsini sarà allestita un'esposizione delle "espansioni dell'immaginario grafico" attorno al vol. 1 di Der Maurer, create dall'illustratrice Martina Merlini, in arte "P0na" (http://m-merlini.blogspot.com/).

Enrico Gabrielli, nelle vesti appunto di Der Maurer, ci delizierà eseguendo, in mezzo alle tavole di Martina, la sua lezione/concerto improntata al progetto.

Nella seconda stanza invece sarà proiettato, in anteprima, "Scholte! Storia sragionata dei Mariposa", documentario sui primi due lustri di vicissitudini Mariposa, narrato da un Michele Orvieti in modalità "Philippe Daverio" e realizzato da Sergio Giusti. A seguire alcuni video più o meno inediti riguardanti i Mariposa.

++ ++ ++

Evento gratuito con posti limitati su prenotazione (contattare staff@trovarobato.com)
Costo tessera Bellezza Orsini 1 €

Ultimi giorni di mostra

Vi ricordiamo che il 31 maggio chiude la mostra di fotografia "Maya"

giovedì, venerdì e sabato siamo aperti dalle 17 alle 20
lunedì 31 si chiude alle 11:00



La mostra di Flavio Romualdo Garofano è semplicemente da vedere, così come semplice è il suo modo di approcciarsi all’idea di fotografia. Un approccio semplice non ha nulla a che fare con la facilità di tematiche e le immagini esposte sono la prova più diretta. Ad ospitarle su tutte le pareti è lo spazio bellezza Orsini, ex studio di
registrazione del gruppo bolognese Mariposa, attualmente centro di ricerca teatrale. Le foto riempiono di vita i muri delle stanze e con un ricercato percorso di visione sono portavoce di una varietà di contenuti densa e loquace, quanto a tratti inquietante.
Non si parla di “progetti”  -idea poco gradita all’autore-  ma solo di scatti, curati in modo tale che non ci siano mai elementi in surplus o in deficit. Tutto gode di un equilibrio forte senza dare l’impressione di un pacchetto preconfezionato, pronto ad essere venduto “a progetto”. Si tratti di disegno, composizione, colori, soggetti, le immagini di Flavio Romualdo sono reportage nell’accezione migliore del termine. Reportage come visioni personali di mondo, nelle quali l’autore decide di comparire espressamente, attraverso una
personalizzazione in grado di donare un valore aggiunto e originale: un taglio riconoscibile e una padronanza tecnica, analogica e digitale, che tanto potrebbe parlare all’invasione di pixels più o meno a (s)progetto da cui è invasa la rete.
Punti di vista intensi nella capacità di portare alla luce quel qualcosa che tende sempre a sfuggire dalla realtà che circonda. E’ una voce in bianco e nero di una persona coinvolta con passione nella vita sociale e politica del proprio paese e inserita attivamente in molti contesti culturali: uno tra tutti il teatro.
E proprio lo studio (teorico e pratico) del teatro compare quasi ossessivamente nelle immagini dell’autore, siano queste autentiche foto di scena, ritratti, immagini concettuali o denunce sociali.
Una riflessione costante sul ruolo dello spettatore ma anche su ciò che può scaturire in chi guarda e a sua volta è guardato, sul ribaltamento dei ruoli e delle più comuni concezioni. Il velo di Maya dopotutto è l’immagine/idea portante della mostra, accompagnata per l’occasione da un testo scritto da Solidea Ruggiero.
Indici forti, colpisce il loro modo di resistere alla fugacità del contemporaneo. Guardare per credere, o semplicemente vedere.

La mala morte - 14 maggio 2010 ore 21:00








Il Teatro dell'Otium 
presenta:
La mala morte
liberamente tratto da Le con d’Irène di Louis Aragon

con Giancarlo Romoli
a cura di Niccolò Baldari e Charlotte Ossicini
Durata: 30 minuti circa.
14 maggio 2010 ore 21:00
Bellezza Orsini
Mura di Porta Galliera 2 (Porta Mascarella) - 40126 Bologna
ingresso 5€ + 1€ tessera associativa
causa posti limitati si consiglia la prenotazione
Info e prenotazioni: 3383012252 - bellezzaorsini@gmail.com


Secondo la tradizione medievale la mala morte è la morte che coglie improvvisa privando del conforto dei sacramenti e della preghiera.
Ma per mala morte possiamo intendere anche quella malattia che scardina il lineare percorso di vita e ancora mala morte è la vecchiaia che imprigiona gli istinti naturali e ancora vitali in un corpo che ha iniziato il suo percorso di decadenza.
La mala morte è l’urlo soffocato e inascoltato.
In Le con d’Irène (Il sesso di Irene, di Louis Aragon - 1926) la mala morte si sottrae a tutte quelle consuetudini puerili degli uomini ergendosi a vessillo della voluttà e del piacere, apparente schiavitù ma autentica libertà.

MAYA mostra personale di Flavio Romualdo Garofano - dal 22 aprile al 31 maggio


Maya – da un'idea di Arthur Schopenhauer

Mostra fotografica di Flavio Romualdo Garofano

Testo d'accompagnamento di Solidea Ruggiero

dal 22 aprile al 31 maggio 2010
dal giovedì al sabato (17,00 – 20,00 verificare sempre via telefono)
Bellezza Orsini, Mura di Porta Galliera, 2 (Porta Mascarella) – 40126 Bologna

info e orari: bellezzaorsini@gmail.com - cell. 3408882842 - http://bellezzaorsini.blogspot.com
http://flavioromualdo.blogspot.com


Ciò che ci prefigge reali, è solo il filtro di verità raccontate, messe in scena dall’irreversibilità. Io sono il risultato di quello che la mia mente mi sta raccontando. Io vivo solo nella mia testa. Il luogo del reale.

Mi manifesto nell’archetipo di un dio, che non mette recinti di circoscrizioni, ma si allontana in allusioni che finiscono in un forse. La sento la dualità, la separazione, il bivio del mio essere. E’ come un velo. Capace di affievolire il definibile.

Leggero come un dubbio. Nel mentre che si vive poi, lasciando cadere i sacchi di certezze, la vita prende il suo posto, e ci lascia all’abbandono di un sospiro. La spontaneità del gesto non è altro che l’emulazione di un movimento unico e moltiplicabile, eseguito da persone a persona. Un rito, di fronte allo specchio. E il velo che separa questa coscienza, trasforma l’esistenza in una rappresentazione.

“Il mondo è una rappresentazione” – A. Schopenhauer . La stessa, che mette Garofano con la sua incoscienza. Che si tratti di foto di scena, o attimi d’inconsapevolezza, la tragicità e l’intenso, sono un tutt’uno, si confondono anche, perché in entrambi gli stadi di personaggio, lo sguardo naturalmente teatrale dell’artista, prevale sul significato. Uno sguardo che anima, enfatizza, sovraccarica di responsabilità, di pathos. Che sia un oggetto circostante, con un ruolo scarnamente definito come la seduta, o un vecchio, nudo che si affaccia alla finestra, il senso dell’accadimento è presente tanto da essere percepito. Animato.

C’è un dialogo non costruito, un dialogo di tensione, d’immersione. D’immedesimazione, nel lavoro di Flavio.

Solidea Ruggiero



MAYA mostra personale di Flavio Romualdo Garofano - opening 22 aprile 2010 ore 18:30 - Bellezza Orsini




Mayada un'idea di Arthur Shopenhauer

Mostra fotografica di Flavio Romualdo Garofano
Testo d'accompagnamento di Solidea Ruggiero 


opening 22 aprile 2010 ore 18:30


dal 22 aprile al 31 maggio 2010
dal giovedì al sabato (17,00 – 20,00 verificare sempre via telefono)

Bellezza Orsini, Mura di Porta Galliera, 2 (Porta Mascarella) – 40126 Bologna

ingresso gratuito con tessera (costo della tessera 1 euro)


info e orari: bellezzaorsini@gmail.com - cell. 3408882842 - http://bellezzaorsini.blogspot.com


Ciò che ci prefigge reali, è solo il filtro di verità raccontate, messe in scena dall’irreversibilità. Io sono il risultato di quello che la mia mente mi sta raccontando. Io vivo solo nella mia testa. Il luogo del reale.

Mi manifesto nell’archetipo di un dio, che non mette recinti di circoscrizioni, ma si allontana in allusioni che finiscono in un forse. La sento la dualità, la separazione, il bivio del mio essere. E’ come un velo. Capace di affievolire il definibile.

Leggero come un dubbio. Nel mentre che si vive poi, lasciando cadere i sacchi di certezze, la vita prende il suo posto, e ci lascia all’abbandono di un sospiro. La spontaneità del gesto non è altro che l’emulazione di un movimento unico e moltiplicabile, eseguito da persone a persona. Un rito, di fronte allo specchio. E il velo che separa questa coscienza, trasforma l’esistenza in una rappresentazione.

“Il mondo è una rappresentazione” – A. Schopenhauer . La stessa, che mette Garofano con la sua incoscienza. Che si tratti di foto di scena, o attimi d’inconsapevolezza, la tragicità e l’intenso, sono un tutt’uno, si confondono anche, perché in entrambi gli stadi di personaggio, lo sguardo naturalmente teatrale dell’artista, prevale sul significato. Uno sguardo che anima, enfatizza, sovraccarica di responsabilità, di pathos. Che sia un oggetto circostante, con un ruolo scarnamente definito come la seduta, o un vecchio, nudo che si affaccia alla finestra, il senso dell’accadimento è presente tanto da essere percepito. Animato.

C’è un dialogo non costruito, un dialogo di tensione, d’immersione. D’immedesimazione, nel lavoro di Flavio.


Solidea Ruggiero

"Distruzione, lei disse" - mercoledì 14 aprile 2010 - Bellezza Orsini



"Distruzione, lei disse"







Spettacolo di teatro lesbico (V.M. 18 anni)



liberamente ispirato al racconto Thérèse e Isabelle di Violette Leduc
con Valentina Palmieri (Thérèse) e Sara Ottavia Carolei (Isabelle)

Coreografie: tema di Thèrése Valentina Palmieri, tema di Isabelle Sara Ottavia Carolei
Musiche originali Roberto Passuti

Regia Francesca Migliore

In scena un triangolo amoroso ed un tentativo di conquista che passa attraverso il racconto della prima esperienza omosessuale, tratto da Thérèse e Isabelle di Violette Leduc, la scrittrice francese che per prima osò sfidare l’ipocrisia e il perbenismo della società letteraria parigina degli anni ‘60.

Questo spettacolo è ispirato al racconto Thérèse e Isabelle, della scrittrice francese Violette Leduc, nata nel 1907 in Francia. Scrittrice straordinaria e dallo stile singolare e visionario, ricco di immagini metaforiche di grande originalità poetica, non riconducibile ad alcuna corrente letteraria, ebbe una vita tormentata, piena di sofferenze angosciose, di odio, di emarginazione, di narcisismo e di solitudine. Figlia illegittima di una cameriera sedotta e abbandonata da un giovane e ricco borghese, Violette crebbe con una personalità sofferta, incline agli amori omosessuali, e con un rapporto impossibile con la madre. Soltanto il suo talento di scrittrice le permise di trovare un’identità, di riscattarsi liberamente nell’immaginario e di dare un senso alla sua vita, inteso come una rinascita all’insegna della legittimità e del consenso. Il racconto che vi proponiamo nasce da un’esperienza autobiografica dell’autrice, che all’età di diciotto anni conobbe in collegio una coetanea, Isabelle, che le ispirò un’inattesa e bruciante passione. Isabelle fu la rivelazione del piacere, la scoperta dell’altro, il ritorno alla dolcezza del ventre materno. L’impossibilità di consumare fino in fondo l’incontro a causa del perbenismo dell’epoca, portò l’autrice a rivivere incessantemente negli anni il ricordo di questa relazione, fino a scegliere di condividerlo con i suoi lettori. I primi tentativi di pubblicazione del racconto, che datano del 1955, si scontrarono con la spaventata indifferenza degli editori, e solo nel 1966 questa storia poté vedere la luce. Timida e pudica nella vita, Violette diveniva spregiudicata sulla pagina. Tra le prime trasgredì il tabù che interdiceva alle donne di parlare della propria sessualità, e proprio per questo i suoi contemporanei la relegarono ad un’immagine di comodo di figura eccentrica e provocatrice, travisando la reale portata del suo talento e relegandola nella nicchia della letteratura omosessuale.
La regia ha scelto la dimensione del reading danzato, un ibrido performativo che si presta molto bene alla resa delle emozioni che intessono il ritmo spasmodico della scrittura della Leduc. Il racconto viene letto per condividere con i lettori-spettatori la parola sofferta della scrittrice che non accetta la clandestinità e il senso di colpa, ma vuole essere voce dispiegata e limpida dell’esperienza umana: dalla lettura scaturiscono via via immagini musicali, sensoriali e fisiche che danno corpo alla ricca compagine di metafore e di visioni che con il racconto prendono vita.

Mercoledì 14 aprile 2010 ore 21- Bellezza Orsini, Mura di Porta Galliera, 2 (Via Zucchini,11)- Bologna

Ingresso 5 € - Si consiglia la prenotazione, posti limitati- Date le numerose richieste se è necessario sarà possibile effettuare un turno B alle ore 22. Prenotazioni contacts@teatrodellarabbia.com entro e non oltre il 13 aprile a mezzanotte.

Foto dello spettacolo "Gli ultimi giorni del grande inquisitore" - 17 marzo 2010

GLI ULTIMI GIORNI DEL GRANDE INQUISITORE
liberamente ispirato a Dostoevskij

monologo filosofico
interpretato da Fabio Farnè
improvvisazioni alla tromba Matteo De Angelis
Regia e Drammaturgia Francesca Migliore

Gli ultimi giorni del grande inquisitore - 10 Marzo 2010 - rinviato al 17 marzo per neve

Gli ultimi giorni del grande inquisitore è un monologo filosofico interpretato da Fabio Farnè, con improvvisazioni per tromba dal vivo di Matteo De Angelis. In una cornice tardo pop ispirata agli anni '80, il testo, che trae spunto da La leggenda del Grande Inquisitore, è un capitolo del romanzo "I fratelli Karamàzov", dello scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Dopo quindici secoli dalla morte, Cristo fa ritorno sulla terra. Il popolo lo riconosce e lo acclama come salvatore, tuttavia egli viene subito incarcerato per ordine del Grande Inquisitore. Nelle segrete l'inquisitore si reca poi a trovarlo, e, dopo avergli comunicato la sua condanna a morte, gli rimprovera di avere seminato confusione, di aver voluto portare la libertà ad un popolo che è incapace di usufruirne, poiché un popolo felice non può essere libero, ma sottoposto ad un potere autoritario che decida per lui. Il Grande Inquisitore spiega a Cristo come sia necessaria un'autorità forte, quella da lui rappresentata, che dia al popolo i suoi veri bisogni materiali e richieda loro obbedienza, in modo che essi siano davvero felici. L'inquisitore conclude l'interrogatorio comunicando al condannato che la sua esecuzione avverrà l'indomani e che il popolo ne gioirà, attendendo poi una replica a quanto ha detto. La regia di Francesca Migliore mette in luce i collegamenti con la situazione politica odierna, il tema scottante del potere della televisione e della manipolazione del consenso, in una inquietante lettura che attualizza il messaggio di Dostoevskij utilizzandolo come lente di ingrandimento per sondare la nostra realtà quotidiana.

Rimanenze di magazzino. Foto dello spettacolo andato in scena il 17 febbraio presso Bellezza Orsini


Il teatro della rabbia
ha presentato: 

RIMANENZE DI MAGAZZINO
pensieri di un lavoratore precario


scritto e interpretato da
Antonio Koch

musiche originali 
Matteo de Angelis
regia 
Francesca Migliore



L'attore/autore bolognese si interroga sul malcontento di un'intera generazione in un divertente monologo che affronta il tema della precarietà lavorativa del tempo presente. Quel che ne emerge è l'incertezza dei trentenni che non riescono a ritagliarsi uno spazio nella società. Dalla difficoltà dell'inserimento nel mondo del lavoro, all'impossibilità di nutrire progetti a lunga scadenza. Dalla paura di sognare troppo alla necessità di servirsi del sogno per evadere dalla realtà. Di grande attualità e portavoce della comunità dei non-famosi, Rimanenze di magazzino è uno spettacolo che toglie le parole di bocca portando sulla scena tutto ciò che i trentenni hanno sempre pensato ma non hanno mai osato dire. Alla voce di Koch si alternano le musiche originali di Matteo De Angelis alla tromba e alla chitarra.

Teatro della Rabbia

presenta

RIMANENZE DI MAGAZZINO

pensieri di un lavoratore precario



scritto e interpretato da
Antonio Koch

musiche originali Matteo de Angelis
regia Francesca Migliore

17 febbraio 2010 ore 21

via Zucchini 11, 4/5 
(Piazza di Porta Mascarella)
presso Bellezza Orsini
Ingresso 5 € 

Causa posti limitati, si raccomanda la prenotazione
per info e prenotazioni: contacts@teatrodellarabbia.com

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