Non ho nulla da rimproverarmi - Stoccolma e dintorni 1911 Foto di Flavio Romualdo Garofano_Video di Chiara Balsamo

Lo spettacolo andrà in scena al Festival della Scienza di Genova
il 24 ottobre, alle 18:00
Teatro della Tosse Sala Campana
P.zza Renato Negri, 4


Link sul sito del Festival per prenotazioni


Foto storiche













































Non ho nulla da rimproverarmi
Stoccolma e dintorni 1911

di Stefano Ossicini

regia di Niccolò Baldari e Charlotte Ossicini

con
Sara Bucci (Barbara Ayrton)
Cristiana Raggi (Marie Curie)
Charlotte Ossicini (Hertha Ayrton)
Viviana Piccolo (Irène Curie)

arredi di scena: Aldina Gozzi
foto e video editing: Flavio Romualdo Garofano
macchine: Carlo Poggioli


“Nella vita non ci sono cose di cui aver paura. Ci sono solo cose da capire. Questo è il tempo per comprendere di più, così che possiamo temere di meno”.
Marie Curie

1911, Parigi, Marie Curie, accusata per la storia d'amore con il fisico Paul Langevin, è costretta a fuggire e a nascondersi. Sta per essere espulsa dalla Francia e il suo secondo premio Nobel è a rischio. Le viene chiesto di rinunciare. Resisterà, assieme alla figlia Irène, e andrà a Stoccolma a ritirare il premio, per poi rifugiarsi a Londra dalla sua migliore amica, la scienziata Hertha Ayrton, dirigente del movimento delle suffragette, allora nel suo momento più caldo.
Una storia vera, dove si mescolano personale, amore per la ricerca e impegno sociale.
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“Non ho nulla da rimproverarmi se non di aver trascurato i miei personali interessi”, le parole di Marie Sklodowska-Curie (1867-1934), al conseguimento del suo secondo premio Nobel, quello per la Chimica, nel 1911, seguito a quello del 1903 per la Fisica, sono il leitmotiv dello spettacolo. Sulla scena quattro attrici: Marie Curie, sua figlia Irène (1897-1956), Hertha Ayrton (1854-1923), la figlia di quest’ultima Barbara Bodichon Ayrton (1886-1950); sullo sfondo, il nazionalismo – francese, ma non solo – che assume sempre più accenti xenofobi contrapposto alla battaglia delle suffragette per l’emancipazione della donna. Uno spazio vuoto, un non luogo, interpuntato da oggetti scenici che rimandano all’artigianato delle scoperte scientifiche. Come novelli alchimisti, sulla scena si manipolano oggetti senza tempo, macchine teatrali che richiamano la sublimazione dei materiali, oggetti simbolici che riempiono un albero (un abete di Natale, o la lenta costruzione delle ramificazioni del sapere?), ancora macchine che ricreano i giochi dell’acqua sulla sabbia, la formazione di ondulazioni, metafore del ritmo della vita in un eterno ritorno. La recitazione tradizionale, il testo fondato sulle conversazioni rubate ai momenti quotidiani, è contrappuntata dalla proiezione di immagini storiche del tempo rielaborate secondo un concreto teatro epico che vede il qui e ora scandito dal passato, per la fondazione di un eterno da sottoporre a lucida critica.
Nel corso dello spettacolo diversi contenuti scientifici vengono toccati: la complessità del metodo sperimentale e la sua importanza nella didattica nella scuola secondaria, i nuovi campi aperti dalla ricerca sulla radioattività e sulla fluidodinamica, il ruolo delle scienze di base rispetto a quelle applicate, la discussione relativa ai diritti d'autore, la proprietà intellettuale e i brevetti, e infine la posizione delle donne nella scienza.

Charlotte Ossicini



Non ho nulla da rimproverarmi
Stoccolma e dintorni 1911
Video di Chiara Balsamo




Foto di scena


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