MAYA mostra personale di Flavio Romualdo Garofano - dal 22 aprile al 31 maggio


Maya – da un'idea di Arthur Schopenhauer

Mostra fotografica di Flavio Romualdo Garofano

Testo d'accompagnamento di Solidea Ruggiero

dal 22 aprile al 31 maggio 2010
dal giovedì al sabato (17,00 – 20,00 verificare sempre via telefono)
Bellezza Orsini, Mura di Porta Galliera, 2 (Porta Mascarella) – 40126 Bologna

info e orari: bellezzaorsini@gmail.com - cell. 3408882842 - http://bellezzaorsini.blogspot.com
http://flavioromualdo.blogspot.com


Ciò che ci prefigge reali, è solo il filtro di verità raccontate, messe in scena dall’irreversibilità. Io sono il risultato di quello che la mia mente mi sta raccontando. Io vivo solo nella mia testa. Il luogo del reale.

Mi manifesto nell’archetipo di un dio, che non mette recinti di circoscrizioni, ma si allontana in allusioni che finiscono in un forse. La sento la dualità, la separazione, il bivio del mio essere. E’ come un velo. Capace di affievolire il definibile.

Leggero come un dubbio. Nel mentre che si vive poi, lasciando cadere i sacchi di certezze, la vita prende il suo posto, e ci lascia all’abbandono di un sospiro. La spontaneità del gesto non è altro che l’emulazione di un movimento unico e moltiplicabile, eseguito da persone a persona. Un rito, di fronte allo specchio. E il velo che separa questa coscienza, trasforma l’esistenza in una rappresentazione.

“Il mondo è una rappresentazione” – A. Schopenhauer . La stessa, che mette Garofano con la sua incoscienza. Che si tratti di foto di scena, o attimi d’inconsapevolezza, la tragicità e l’intenso, sono un tutt’uno, si confondono anche, perché in entrambi gli stadi di personaggio, lo sguardo naturalmente teatrale dell’artista, prevale sul significato. Uno sguardo che anima, enfatizza, sovraccarica di responsabilità, di pathos. Che sia un oggetto circostante, con un ruolo scarnamente definito come la seduta, o un vecchio, nudo che si affaccia alla finestra, il senso dell’accadimento è presente tanto da essere percepito. Animato.

C’è un dialogo non costruito, un dialogo di tensione, d’immersione. D’immedesimazione, nel lavoro di Flavio.

Solidea Ruggiero



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